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Integrazione scolastica - Inclusione

Premessa

“La scuola è aperta a tutti”, recita l’art. 34 della nostra Costituzione,  per questo le scuole sono tenute a mettere in campo strategie per garantire l’inclusione di “TUTTI” gli alunni, proprio in virtù del principio costituzionale richiamato.

Il regolamento sull’autonomia (DPR 275/1999) all’art. 4 precisa che le istituzioni scolastiche “riconoscono e valorizzano le diversità promuovendo le potenzialità di CIASCUNO e adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo”.  Questo a maggior ragione con gli alunni diversamente abili e con gli alunni che manifestano bisogni educativi speciali.

Concetto richiamato ancora più chiaramente nelle Indicazioni nazionali per il curricolo (DM 254/2012) dove, nel definire l’azione educativa della scuola, viene utilizzato il motto “Una scuola di tutti e di ciascuno” (motto che compare per la prima volta nella Carta di Lussemburgo del 1996), espressione che sottende il carattere INCLUSIVO della comunità scolastica (scuola di tutti) e dove quel “ciascuno” non è pleonastico ma indica anche individualizzazione e personalizzazione dell’apprendimento per ogni studente.

Nel nostro istituto è ampiamente consolidato il principio che l’integrazione e l'inclusione scolastica attraverso l’uguaglianza delle opportunità siano diritto di ogni alunno. Il contesto educativo deve includere ogni bambino, così da permettere a ciascuno di essere riconosciuto e riconoscersi come membro attivo della comunità scolastica, coinvolto nelle attività che vi si svolgono: a tutti gli effetti incluso nel rispetto della diversità. La presenza, nella scuola, dei bambini con svantaggio è occasione di maturazione per tutti e insegna a considerare e a vivere la diversità come una dimensione esistenziale e non come una caratteristica emarginante.

Nel nostro territorio scolastico si riscontrano varie tipologie di diversità:

la diversità dalle caratteristiche fisico-psichiche e di personalità alle caratteristiche cognitive (la pluralità delle intelligenze, la variabilità degli stili, dei ritmi, dei tempi, delle strategie di apprendimento);

la diversità conseguente a situazioni di disabilità;

la diversità che deriva da svantaggi di tipo socio - economico - culturale e che si caratterizza con difficoltà di apprendimento e/o di relazione;

la diversità derivante dalle multietnie presenti nella società.

la Direttiva Ministeriale del 27/12/12 ha introdotto la figura dei B.E.S.: bambini con Bisogni Educativi Speciali che fanno riferimento a tre categorie principali: disabilità, disturbi evolutivi specifici e svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale.

Per questi alunni è prevista la stesura di documenti specifici (PEI o PDP) che accompagnino l’alunno nel loro percorso.

Il DLgs.66/2017 stabilisce che per gli alunni con disabilità si faccia riferimento al modello I.C.F. (International Classification of Functioning, disability and health), fondato sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto, come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2001). È previsto un Piano per l'Inclusione (P.I.) che tiene conto, oltre che della Legge 104/1992, anche della Legge 170/2010 e del DM 5669/2011 riguardanti il P.D.P. (Piano Didattico Personalizzato), documento importante che prende spunto delle linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA. Anche la CM 8 del 6/03/13 e la Nota 2563 del 22/11/2013 sottolineano l'impegno prezioso del Gruppo di Lavoro per l'Inclusione (G.L.I) a favore delle situazioni di svantaggio. Nella logica della normativa vigente, la scuola parte anzitutto dall’assunto che il bambino con svantaggio è affidato a tutta l’équipe pedagogica.

Risorse umane

  • La Famiglia è la prima realtà istituzionale con cui collaborare affinché, quanto poi messo in atto dalla scuola, possa veramente giungere ad una reale integrazione e ad un realistico progetto di vita per l’alunno.
  • Il Dirigente scolastico, come figura principe e primo responsabile del progetto,  partecipa alle riunioni delle commissioni, viene messo continuamente al corrente dai referenti del percorso scolastico di ogni alunno con B.E.S. ed è interpellato direttamente nel caso si presentino particolari difficoltà nell’attuazione dei progetti.
  • Il Collegio Docenti è l’organismo che, approvando l’intero P.T.O.F., si assume poi realmente l’incarico di verificare la realizzazione dei progetti in esso contenuti e in tal caso dell’intero progetto.
  • Il Consiglio di classe/Modulo dedica ad ogni convocazione uno spazio per la definizione e la verifica progressiva del Piano Educativo Individualizzato (cioè tutto quanto viene definito ed attuato, in collaborazione con la famiglia, con l’Unità di neuropsichiatria infantile e con l’educatore, per l’integrazione dell’alunno disabile) e del P.D.P., Piano Didattico Personalizzato. In questa parte di lavoro è ammessa la presenza, se richiesta, della Funzione strumentale per l'Inclusione, della referente per l’inclusione e del referente per l'Intercultura della scuola, nonché dell'educatore o dell'assistente all'autonomia, ove presenti.  Per esigenze particolari, è possibile che il coordinatore di classe e l’insegnante di sostegno chiedano al Dirigente Scolastico la convocazione di consigli di classe straordinari, oltre a quelli in calendario. Nei primi mesi dell’anno ogni insegnante, per la sua disciplina, supportato dall’insegnante di sostegno, prende visione della Diagnosi Funzionale e del P.E.I. dell’anno precedente, e mette in atto le strategie metodologiche necessarie a una osservazione iniziale attenta (test, lavori di gruppo, verifiche, colloqui, etc) che consenta di raccogliere il maggior numero di elementi utili alla definizione del P.D.P. e del P.E.I. (da redigere generalmente entro il 30 ottobre) e dell’intero progetto di vita (orientamento futuro in altre scuole).

  • La Funzione strumentale Inclusione e la Referente per l'inclusione, in stretta collaborazione con il dirigente scolastico, promuove l'accoglienza, l'integrazione,  e l'inclusione degli alunni con BES, alunni stranieri, alunni adottati, alunni fuori dalla famiglia d’origine, partecipando ai lavori del Gruppo di Lavoro Inclusione, ai tavoli di rete e alla formazione organizzata a livello ministeriale, regionale e/o territoriale. Queste due figure costituiscono un punto di riferimento nell’istituzione scolastica sui temi dell’inclusione, facilitando i rapporti con le famiglie e con i diversi soggetti istituzionali coinvolti nel processo di integrazione, coordinando e supportando l'attività dei docenti, come singoli e come équipe pedagogiche.
  • La Referente intercultura  aiuta i coordinatori di classe e il team nella lotta alla dispersione scolastica degli alunni di origine straniera e nella diffusione di un clima di inclusione interculturale, attraverso l'organizzazione della progettualità relativa all'alfabetizzazione degli alunni di origine straniera e la messa a disposizione del protocollo di accoglienza e delle linee guida per alunni stranieri, adottati e fuori dalla famiglia di origine.
  • Il GLI (Gruppo di lavoro per l’inclusione): si costituisce annualmente attraverso un decreto di nomina e si riunisce generalmente un paio di volte all’anno.  Tale organismo ha il principale compito di procedere ad un’analisi degli interventi di inclusione scolastica operati durante l’anno e individuare le criticità e i punti di forza dell’istituto. Deve inoltre formulare un’ipotesi globale di utilizzo funzionale delle risorse specifiche per incrementare il livello di inclusività generale della scuola.

  • Il GLO (Gruppo di lavoro operativo): Seguendo le indicazioni del DL. 66/2017 il GLO viene costituito annualmente, con grande attenzione a coinvolgere tutte le figure educative che ruotano attorno all’alunno con disabilità, per favorire l’inclusione. Generalmente il GLO si riunisce a inizio anno per elaborare il PEI dell’alunno, a metà anno per la revisione del documento e a fine anno per la verifica finale.

Insegnante di Sostegno

 L’insegnante di sostegno è colui che:

  • lavora a più stretto contatto con gli alunni con disabilità;
  • lavora con gli insegnanti del consiglio di classe/modulo per garantire l’inclusione degli alunni. Si incontra anche singolarmente con gli altri docenti per definire l’attuazione pratica di quanto deciso nel P.E.I. dall’intero consiglio di classe;
  • collabora con l’educatore e con l'assistente all'autonomia al fine di monitorare continuamente l’andamento del progetto educativo (il P.E.I.), nella sua definizione ed attuazione, secondo quanto pensato e definito dal consiglio di classe. Gli incontri con gli educatori avverranno con una cadenza che verrà stabilita in itinere, sulla base delle necessità organizzative del lavoro educativo e didattico. Per tali incontri non è prevista una verbalizzazione inerente i contenuti discussi, almeno che gli stessi non risultino particolarmente significativi;
  • si occupa praticamente della stesura del P.E.I., in piena collaborazione con l’intero Consiglio di classe/Modulo, la famiglia e i collaboratori esterni;
  • mantiene i contatti con gli esperti che hanno in carico la ragazza o il ragazzo, prevedendo almeno tre incontri annuali nei quali sia presente l’intera equipe che si occupa del ragazzo. Tali incontri devono essere verbalizzati e allegati al P.E.I.
  • L’insegnante di sostegno è una risorsa non solo per la disabilità ma per tutti gli alunni, poiché contribuisce in maniera importante a progettare interventi individualizzati e curriculari. Una figura di riferimento per gli alunni che assume una valenza affettiva importante all’interno del sistema scolastico

L'assistente all'autonomia personale

L'assistente all'autonomia personale:

lavora a stretto contatto con l’insegnante di sostegno e segue la ragazza o il ragazzo secondo quanto definito nel P.E.I. Apporta solitamente un aiuto didattico, finalizzato a una migliore socializzazione, all'acquisizione di maggiore autonomia a muoversi sul territorio, all'attuazione di progetti con associazioni e enti.

Personale A.T.A.

Il personale A.T.A.:

  • si prevede la partecipazione a corsi di formazione, qualora vengano organizzati dall’ufficio scolastico provinciale, in funzione dell’assistenza alla persona, in ordine alla struttura ed organizzazione scolastica sull’handicap
  • Individuazione di un referente che partecipi al Gruppo di lavoro inclusione e funga da punto di riferimento per tutto il settore B.E.S.

Visite d’istruzione / attività integrative

Per quanto riguarda le visite d’istruzione, nelle classi in cui sono inseriti alunni con disabilità, per un’adeguata integrazione e tutela degli stessi, si prevede la presenza di un insegnante in più del consiglio di classe, rispetto al rapporto 1/15 fissato per le visite d’istruzione in genere; nel caso in cui si trovino ad andare insieme due classi con alunni con disabilità, si ritiene sufficiente comunque un insegnante in più, per entrambe le classi. E’ auspicabile che per le specifiche competenze, non certo per delegare, possa essere l’insegnante di sostegno a fungere da accompagnatore delle classi in cui vi è l’alunno disabile. Nel caso in cui il consiglio di classe veda la necessità della presenza di un assistente all'autonomia, ci si attiverà per reperirlo anzitutto presso la cooperativa e previo assenso della famiglia; tuttavia questi, non essendo un insegnante dell’istituto, non potrà essere conteggiato ai fini dell’insegnante in più rispetto al rapporto 1/15.

Piano per l’Inclusione

Il Piano per l’inclusione, che segue la triennalità del PTOF, individua le azioni significative mirate ad attuare e migliorare il livello di inclusione dell’Istituzione scolastica.  Non va interpretato, solo, come un piano formativo per gli alunni con bisogni educativi speciali, bensì come uno “strumento di progettazione” dell’offerta formativa in senso inclusivo. Il Piano per l’inclusione è un documento che informa sui processi di apprendimento, oltre che sulle metodologie e strategie adottate e da adottare a garanzia del successo formativo degli allievi. È parte integrante del PTOF e definisce il percorso di inclusione da sviluppare in un processo responsabile di crescita e partecipazione.  Esso è lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno.

Il D.L.gs n.66/2017, modificato dal D.L.gs n.96/19, rafforza il diritto allo studio, le pari opportunità di successo formativo, il riconoscimento e la valorizzazione di ognuno. Le scuole possono avvalersi di tutti gli strumenti di pianificazione strategica previsti dalla normativa e si concretizzano in percorsi diversificati in relazione alle caratteristiche personali. La Nota Ministeriale del 17 Maggio 2018, avente per oggetto “L’autonomia scolastica quale fondamento per il successo formativo di ognuno”, sottolinea come la Scuola sia chiamata a svolgere un ruolo importante e fondamentale, diventando, oggi più che mai, “luogo dove il diritto all’educazione e all’istruzione diventa dovere e responsabilità per la cittadinanza attiva.”

La scuola deve tener conto di due dimensioni equamente importanti: “da una parte, la cura e il dovere di riconoscere l’unicità delle persone e rispettarne l’originalità e, dall’altra, la capacità di progettare percorsi educativi e di istruzione personalizzati nell’ambito del contesto classe, in un delicato equilibrio tra persona e gruppo, in una dinamica che si arricchisce dei rapporti reciproci e della capacità di convivenza e rispetto civile”.

Obiettivo della scuola è rendere un ambiente inclusivo che permetta l’eliminazione di barriere che limitano l’apprendimento e la partecipazione sociale di tutti gli studenti, tenendo conto delle caratteristiche sociali, biologiche e culturali.

L’Istituto comprensivo si propone di potenziare la cultura dell’inclusione per rispondere in modo efficace alle necessità di ogni alunno che manifesti Bisogni Educativi Speciali. La diversità viene vista come possibilità di sviluppo delle potenzialità individuali e, per il nostro Istituto, è fondamentale come punto di forza:

-accogliere e valorizzare la diversità;

-potenziare l’autonomia, le abilità e le competenze;

-riconoscere e valorizzare le individualità;

-costruire un lavoro di rete con tutti gli enti territoriali maggiormente rappresentativi per l’inclusione e con tutti i componenti della comunità educante.

Protocollo accoglienza

“Il fenomeno dell’immigrazione è considerato un elemento costitutivo delle nostre società nelle quali sono sempre più numerosi gli individui appartenenti a diverse culture. L’integrazione piena degli immigrati nella società di accoglienza è un obiettivo fondamentale e, in questo processo, il ruolo della scuola è primario” (C.M. n.24 , 1 marzo 2006 – Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri).

“I minori stranieri, come quelli italiani, sono innanzitutto persone e, in quanto tali, titolari di diritti e doveri che prescindono dalla loro origine nazionale” (Linee guida per l'integrazione degli alunni stranieri, 2014).

L’Istituto Comprensivo Polo Ovest di Lumezzane è interessato da un discreto afflusso di alunni stranieri, alcuni dei quali al loro primo ingresso in Italia e pertanto anche al primo approccio con la lingua italiana.

Sulla base della normativa di riferimento, valutata la specifica situazione dell'istituto, si rende necessario stabilire delle prassi comuni all’interno dello stesso per far sì che questi alunni siano accolti e valorizzati in un’ottica interculturale.

La scuola ha la responsabilità di proporsi come luogo centrale della costituzione e condivisione di regole comuni, in quanto può agire attivando una pratica di vita quotidiana che si richiami al rispetto delle forme democratiche di convivenza e, soprattutto, può trasmettere i saperi indispensabili alla formazione della cittadinanza attiva e orientata a favorire il confronto, il dialogo, il reciproco riconoscimento e arricchimento delle persone nel rispetto delle diverse identità ed appartenenze. Il presente Protocollo persegue l’obiettivo di orientare i comportamenti di tutta la comunità scolastica a un più facile inserimento degli alunni stranieri.

Tale documento può essere considerato un punto di partenza comune, ma anche uno strumento di lavoro flessibile, aperto a successive revisioni ed integrazioni sulla base delle esperienze realizzate, dei bisogni individuati e delle risorse della scuola.

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